Yuko: Cosa? Trasformazione? Ma di cosa stai
parlando?
Yelena: Beh, è difficile da spiegare... quando ero
piccola avevo letto un libro vecchio che parlava di
una storia, più mito che leggenda, su un antico
popolo che abitava questo mondo e faceva parte di
un sistema di equilibrio tra galassie.
Yuko: E questo cosa c'entra con me?
Yelena: Ogni pianeta avrebbe un protettore
speciale...
Yuko: Un protettore? Ma che stai dicendo?
Yelena: Senti, io ti sto solo dicendo quello che c'era
scritto. E a quanto pare, forse, avevo ragione.
Yuko: Assurdo. Come posso credere a questa cosa?
Mi stai prendendo per il culo?
Yelena: Cosa?! Senti, sei venuto tu da me a
cercarmi, ok?Toria (leggermente dietro): Ehi, smettetela.
Papà, falla finita. lo credo a quello che dice lei.
Yuko: Cosa? Stai scherzando, spero...
Toria: Assolutamente no.
Si avvicina al padre con tono serio.
Toria: Pensaci bene. Tutto quello che ti sta dicendo
in questi giorni... mi sembra più che fuori dagli
schemi. Non ci possono essere spiegazioni
razionali.
Yuko (diventa serio): ...Sì, forse hai ragione.
Toria (guardando Yelena): C'è qualcosa che
possiamo fare? Togliere questo potere a mio padre,
per esempio. Sai... non è proprio il tipo giusto come
protettore. Già fa fatica con me.
Yuko: Sì, effettivamente è vero.
Yelena: In realtà non lo so. Non ho più quel libro
con me. In questo ci sono scritte delle
cose... però è in una lingua antica. Non so tradurla
bene.
Toria: Molto bene. Siamo nella merda.
Yuko: Già, la mia vita è fottuta...
Sbattendo la testa contro il montante della porta.
Yelena: Però... qui c'è scritta una cosa che può
aiutare. Toria: Tipo?
Yelena: Parla di una specie di grotta collegata a un
popolo antico che esisteva in passato.
Toria: Beh, dov'è?Yelena: Se la traduzione non è sbagliata... dovrebbe
essere a cinque o sei ore da qui. In treno.
Toria: Bene, allora andiamo!
Yuko (si gira di scatto): Cosa?! Un altro viaggio?! No
no, devo tornare al lavoro o Menny mi ucciderà,
cazzo!
Toria: Falla finita. Non hai altra soluzione.
Yuko: Oh cazzo... che vita di merda.
Toria: Forza, andiamo!
Yelena: Cosa? lo? No, non vengo con voi. Devo stare
dietro al negozio.
Toria inarca un sopracciglio, guarda il corridoio, poi
torna su di lei.
Toria: Non credo che se chiudi, qualcuno venga a
fare reclami.
Yelena: Guarda che io ho un sacco di clienti.
Un libro cade da uno scaffale, secco.
Yelena: ...Sì, è vero. È un momento di tranquillità.
Ma ho comunque le mie cose da fare!
Toria: Dai, andiamo. Noi abbiamo bisogno di te.
E poi una come te dovrebbe amare le avventure...
quando ti ricapita?
Yelena: ...Ah, dannazione. Andiamo, forza.
Toria: Ottimo, andiamo.
Yuko: Bene. Ora viene anche lei...
Yelena: Guarda che ti sento, idiota.
Yuko: E chi se ne frega.Toria: D-E-T-T-E-L-A voi due! Forza, usciamo.
La strada è lunga.
Escono tutti insieme. Yelena chiude la porta con la
chiave.
Yuko: Tranquilla, nessuno entrerà a rubarti nulla
Yelena: Smettila. Sono l'unica che può aiutarti.
Yuko: Già...
Si incamminano per la strada, diretti alla stazione.
Toria: Dove dobbiamo andare di preciso?
Yelena: Dobbiamo prendere il treno... e andare a
Littlecity!
Toria: Oh! Adoro le gite!
Yuko: 1o... no!
I tre si allontanano a passo deciso, ignari che
qualcuno - il bambino del treno - li sta osservando
silenziosamente dal tetto.
Immobile. Fissandoli.
....
In una città lontana, in un vicolo illuminato dal
neon, il padre del bambino era fermo fuori da un
locale. Immobile. Gli occhi fissi nel vuoto.
Dal supermercato dall'altra parte della strada, uscì
il bambino.
Bambino: Li ho trovati! Ne sono sicuro...
Il padre lo fissò senza dire nulla.
Bambino: C'era una certa carica nell'aria. In più...
ho visto molte cose.Il padre fece un mezzo cenno col capo.
Bambino: Già. Con i miei poteri potevo solo
osservare... ma ti dico che sono riuscito a trovarlo.
Il padre ruotò lentamente la testa verso di lui.
Bambino: Sì. Ora dobbiamo chiamarli.
In un pianeta lontano, avvolto da una luce fredda,
due sagome incappucciate camminavano nella
foresta. Un paesaggio incantato, silenzioso. Uno dei
due era alto, con una postura rigida. L'altra, snella,
dai passi leggeri.
Dietro di loro apparve una figura.
Bambino: Padroni!
Le due sagome si fermarono, ancora di spalle.
Sorella: Che diavolo ci fai qui tu?
Bambino: Ho delle novità.
Sorella: E quali novità?
Bambino: L'abbiamo trovato...
Sorella: Chi?
Bambino: Il Guardiano.
Un lungo silenzio. Il fratello si girò leggermente,
senza scoprire il volto.
Fratello: Sei sicuro di quello che dici?
Bambino: Sì, signore. È già avvenuta una
trasformazione... ha trovato un ospite.
Il fratello si voltò completamente. Camminò pochi
passi. Poi si fermò.
Fratello: Molto bene. Allora... non fate nulla fino alnostro arrivo. Seguitelo soltanto.
Bambino: Signore, credo... con tutto il rispetto...
che possiamo fare di più che stare a guardare.
Il fratello si fermò di colpo. Una lama trasparente
come il vetro comparve nella sua mano. Si voltò,
puntandola alla gola del bambino.
Fratello: Se fossi davvero qui... ti avrei gia tagliato la
testa. Solo per avermi risposto.
Il bambino abbassò il capo.
Bambino: ...Sì, signore. Mi scusi.
La lama passò attraverso il collo del bambino come
se fosse un'illusione. Un ologramma.
Fratello: Aspettate noi. Continuate a pedinarlo.
Il fratello riprese a camminare. La sorella si avvicinò
al bambino e sorrise appena.
Sorella: Bravo e obbediente. Ci vediamo presto.
Poi voltò le spalle e lo seguì tra gli alberi.
Il bambino tornò in sé. Seduto a terra, nel vicolo.
Gli occhi ancora persi. Il padre era lì, in piedi,
accanto a lui.
Bambino: Li ho avvertiti,
Il padre lo fissò.
Bambino: Hanno detto... che dobbiamo solo
seguirlo.
Il padre si mosse lentamente, iniziò a camminare.
Bambino: Tuttavia... ok, io ho intenzione di fare di
più, il padre si fermò.Bambino: Già. Sono stanco di subire.
Facciamogli vedere quanto valiamo. Il potere non è
ancora risvegliato, quindi è debole.
Possiamo sconfiggerlo.
Il padre strinse i pugni.
Bambino: Non sei stanco di fare solo da guardia?
Abbiamo più potenziale che restare su questo
pianeta a osservare. Se portiamo a termine la
missione... lui ci noterà.
Il padre rilassò le braccia. Si girò lentamente.
Poi si voltò del tutto e si incamminò verso l'uscita
del vicolo.
Bambino: Bene... dobbiamo andare a prendere un treno. Per Littlecity