Cherreads

Chapter 10 - 10

Yuko: Cosa? Trasformazione? Ma di cosa stai

parlando?

Yelena: Beh, è difficile da spiegare... quando ero

piccola avevo letto un libro vecchio che parlava di

una storia, più mito che leggenda, su un antico

popolo che abitava questo mondo e faceva parte di

un sistema di equilibrio tra galassie.

Yuko: E questo cosa c'entra con me?

Yelena: Ogni pianeta avrebbe un protettore

speciale...

Yuko: Un protettore? Ma che stai dicendo?

Yelena: Senti, io ti sto solo dicendo quello che c'era

scritto. E a quanto pare, forse, avevo ragione.

Yuko: Assurdo. Come posso credere a questa cosa?

Mi stai prendendo per il culo?

Yelena: Cosa?! Senti, sei venuto tu da me a

cercarmi, ok?Toria (leggermente dietro): Ehi, smettetela.

Papà, falla finita. lo credo a quello che dice lei.

Yuko: Cosa? Stai scherzando, spero...

Toria: Assolutamente no.

Si avvicina al padre con tono serio.

Toria: Pensaci bene. Tutto quello che ti sta dicendo

in questi giorni... mi sembra più che fuori dagli

schemi. Non ci possono essere spiegazioni

razionali.

Yuko (diventa serio): ...Sì, forse hai ragione.

Toria (guardando Yelena): C'è qualcosa che

possiamo fare? Togliere questo potere a mio padre,

per esempio. Sai... non è proprio il tipo giusto come

protettore. Già fa fatica con me.

Yuko: Sì, effettivamente è vero.

Yelena: In realtà non lo so. Non ho più quel libro

con me. In questo ci sono scritte delle

cose... però è in una lingua antica. Non so tradurla

bene.

Toria: Molto bene. Siamo nella merda.

Yuko: Già, la mia vita è fottuta...

Sbattendo la testa contro il montante della porta.

Yelena: Però... qui c'è scritta una cosa che può

aiutare. Toria: Tipo?

Yelena: Parla di una specie di grotta collegata a un

popolo antico che esisteva in passato.

Toria: Beh, dov'è?Yelena: Se la traduzione non è sbagliata... dovrebbe

essere a cinque o sei ore da qui. In treno.

Toria: Bene, allora andiamo!

Yuko (si gira di scatto): Cosa?! Un altro viaggio?! No

no, devo tornare al lavoro o Menny mi ucciderà,

cazzo!

Toria: Falla finita. Non hai altra soluzione.

Yuko: Oh cazzo... che vita di merda.

Toria: Forza, andiamo!

Yelena: Cosa? lo? No, non vengo con voi. Devo stare

dietro al negozio.

Toria inarca un sopracciglio, guarda il corridoio, poi

torna su di lei.

Toria: Non credo che se chiudi, qualcuno venga a

fare reclami.

Yelena: Guarda che io ho un sacco di clienti.

Un libro cade da uno scaffale, secco.

Yelena: ...Sì, è vero. È un momento di tranquillità.

Ma ho comunque le mie cose da fare!

Toria: Dai, andiamo. Noi abbiamo bisogno di te.

E poi una come te dovrebbe amare le avventure...

quando ti ricapita?

Yelena: ...Ah, dannazione. Andiamo, forza.

Toria: Ottimo, andiamo.

Yuko: Bene. Ora viene anche lei...

Yelena: Guarda che ti sento, idiota.

Yuko: E chi se ne frega.Toria: D-E-T-T-E-L-A voi due! Forza, usciamo.

La strada è lunga.

Escono tutti insieme. Yelena chiude la porta con la

chiave.

Yuko: Tranquilla, nessuno entrerà a rubarti nulla

Yelena: Smettila. Sono l'unica che può aiutarti.

Yuko: Già...

Si incamminano per la strada, diretti alla stazione.

Toria: Dove dobbiamo andare di preciso?

Yelena: Dobbiamo prendere il treno... e andare a

Littlecity!

Toria: Oh! Adoro le gite!

Yuko: 1o... no!

I tre si allontanano a passo deciso, ignari che

qualcuno - il bambino del treno - li sta osservando

silenziosamente dal tetto.

Immobile. Fissandoli.

....

In una città lontana, in un vicolo illuminato dal

neon, il padre del bambino era fermo fuori da un

locale. Immobile. Gli occhi fissi nel vuoto.

Dal supermercato dall'altra parte della strada, uscì

il bambino.

Bambino: Li ho trovati! Ne sono sicuro...

Il padre lo fissò senza dire nulla.

Bambino: C'era una certa carica nell'aria. In più...

ho visto molte cose.Il padre fece un mezzo cenno col capo.

Bambino: Già. Con i miei poteri potevo solo

osservare... ma ti dico che sono riuscito a trovarlo.

Il padre ruotò lentamente la testa verso di lui.

Bambino: Sì. Ora dobbiamo chiamarli.

In un pianeta lontano, avvolto da una luce fredda,

due sagome incappucciate camminavano nella

foresta. Un paesaggio incantato, silenzioso. Uno dei

due era alto, con una postura rigida. L'altra, snella,

dai passi leggeri.

Dietro di loro apparve una figura.

Bambino: Padroni!

Le due sagome si fermarono, ancora di spalle.

Sorella: Che diavolo ci fai qui tu?

Bambino: Ho delle novità.

Sorella: E quali novità?

Bambino: L'abbiamo trovato...

Sorella: Chi?

Bambino: Il Guardiano.

Un lungo silenzio. Il fratello si girò leggermente,

senza scoprire il volto.

Fratello: Sei sicuro di quello che dici?

Bambino: Sì, signore. È già avvenuta una

trasformazione... ha trovato un ospite.

Il fratello si voltò completamente. Camminò pochi

passi. Poi si fermò.

Fratello: Molto bene. Allora... non fate nulla fino alnostro arrivo. Seguitelo soltanto.

Bambino: Signore, credo... con tutto il rispetto...

che possiamo fare di più che stare a guardare.

Il fratello si fermò di colpo. Una lama trasparente

come il vetro comparve nella sua mano. Si voltò,

puntandola alla gola del bambino.

Fratello: Se fossi davvero qui... ti avrei gia tagliato la

testa. Solo per avermi risposto.

Il bambino abbassò il capo.

Bambino: ...Sì, signore. Mi scusi.

La lama passò attraverso il collo del bambino come

se fosse un'illusione. Un ologramma.

Fratello: Aspettate noi. Continuate a pedinarlo.

Il fratello riprese a camminare. La sorella si avvicinò

al bambino e sorrise appena.

Sorella: Bravo e obbediente. Ci vediamo presto.

Poi voltò le spalle e lo seguì tra gli alberi.

Il bambino tornò in sé. Seduto a terra, nel vicolo.

Gli occhi ancora persi. Il padre era lì, in piedi,

accanto a lui.

Bambino: Li ho avvertiti,

Il padre lo fissò.

Bambino: Hanno detto... che dobbiamo solo

seguirlo.

Il padre si mosse lentamente, iniziò a camminare.

Bambino: Tuttavia... ok, io ho intenzione di fare di

più, il padre si fermò.Bambino: Già. Sono stanco di subire.

Facciamogli vedere quanto valiamo. Il potere non è

ancora risvegliato, quindi è debole.

Possiamo sconfiggerlo.

Il padre strinse i pugni.

Bambino: Non sei stanco di fare solo da guardia?

Abbiamo più potenziale che restare su questo

pianeta a osservare. Se portiamo a termine la

missione... lui ci noterà.

Il padre rilassò le braccia. Si girò lentamente.

Poi si voltò del tutto e si incamminò verso l'uscita

del vicolo.

Bambino: Bene... dobbiamo andare a prendere un treno. Per Littlecity

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